Se si dovesse pensare a un simbolo che nella nostra scuola rappresenti l’attaccamento, la tenacia e soprattutto la longevità, di certo abbiamo due esempi davanti agli occhi. In prima battuta penseremmo al bronzeo busto di Don Bosco che ci accoglie al mattino e che ci saluta all’uscita.
L’altro è senza alcun dubbio Audenino.
Ma chi è costui?
Riccardo Audenino, “immatricolato” all’Agnelli nel 2014 è uno dei ragazzi più amati della scuola e le primine del liceo confermano tale affermazione. Quando il bel Riccardo arrivò all’Agnelli, c’era ancora Obama Presidente degli USA, Ciro Immobile era capocannoniere e giocava ancora al Toro, ma soprattutto la prof.ssa Invidia non aveva ancora probabilmente mai mangiato la Bagna Caoda.
Lui è un simbolo per l’Agnelli, avrà visto come compagni di classe un’intera generazione di tecnici, i quali quando raggiungeranno livelli stellari in ambito professionale potranno scrivere fieramente nel loro curriculum vitae: “ERO COMPAGNO DI BANCO DI AUDENINO!”
Audenino ha certo ripetuto qualche anno, ma son quisquiglie e non è su questo che vogliamo disquisire.
Lui è certamente l’esempio di APPROFONDIMENTO INTENSIVO e quest’anno, se Dio vuole (…o Inshalla alla Musulmana) si cimenterà nel rito iniziatico che caratterizza il metaforico passaggio dalla fanciullezza alla maturità: l’esame di Maturità.
Noi gli facciamo i nostri più sentiti auguri, ben sapendo che la prof.ssa Maura Giannattasio e Don Fabrizio Gallarato hanno già pronto lo champagne nel frigo della sala insegnanti!
Però, ripensandoci bene, per l’Agnelli sarà una vera perdita.
Il non vederlo più passare per i cortili con i suoi pantaloni troppo corti per esser lunghi o troppo lunghi per considerarsi corti, sarà un vero e proprio trauma per tutti.
Il prossimo anno scolastico, non sarà più nelle foto dell’annuario, il registro elettronico si libererà di lui.
La Presidenza sta persino vagliando se lasciare un tavolo simbolico a mensa in suo onore, proprio come per il conte di Cavour al Bicerin.
Certamente sentiremo la sua mancanza.