La DaD (Didattica a Distanza) che ha caratterizzato le nere giornate degli ultimi due anni, non ha lasciato solo tristi strascichi. Certo, molti ragazzi ormai copiano dalla rete persino la lista della spesa e per andare a comprare un litro di latte parzialmente scremato, chiamano Amazon perché ci si vergogna della bella lattaia. Ma anche nella notte più buia, una piccola stella lucente fa sempre capolino.
Questo periodo infatti, grazie a Dio o per sfortuna, ha dato a tutti (docenti e studenti) nuove capacità, non solo in ambito informatico ma anche nella comunicazione. I nostri ragazzi infatti hanno imparato ad usare nuovi applicativi, moderni programmi e metodologie articolate di componimenti. Se prima c’era solo il foglio protocollo per fare la verifica, ad oggi un ragazzo deve saper pianificare, girare, montare e spedire un video, curarne l’audio, inserire sfondi musicali e scegliere grafiche azzeccate.
Molti dei professori dell’Agnelli erano già valenti precursori. Infatti, anzitempo ai vari Lockdown, vari docenti come Matteo Negro, Samuele Lancini e Alessandro Antonioli avevano, come avanguardie, già preparato e teorizzato per le proprie classi lavori di divulgazione scientifica e raffinati documentari umanistici. L’Agnelli, dal fatto suo, che era già avanti e davanti all’ampasse, non ha avuto problemi a sapersi trasformare, nè a modificare la sua didattica. Chi prima e chi dopo, tutti hanno saputo cavalcare l’onda.
Arrivata quindi la pandemia e le chiusure della scuola in presenza, non ci sono state grosse difficoltà nel fare lezione e i ragazzi, di conseguenza, hanno imparato anche loro a muoversi su binari differenti, creando prodotti originali e, in alcuni casi, divertenti.
Hanno imparato nuovi applicativi, si sono destreggiati su competenze che solo fino a qualche anno prima, probabilmente sarebbero state frutto di qualche fantomatico e isolato “nerd” dell’Istituto Tecnico. Oggi saper registrare un video divulgativo è diventato una competenza di base.
Gli studenti del nostro Istituto, dalle Medie alle Superiori, sono diventati quindi neo attori, registi, montatori, sceneggiatori e divulgatori scientifici.
Finalmente il cellulare, da semplice status symbol, è diventato uno strumento utile anche per fare i compiti e non solo per chattare su Whastapp.
La stessa capacità estetica, sfruttata per le varie storie di Instagram, è stata preziosa skill per
i documentari valutati di scienze, di diritto, di storia o di qualsiasi altra disciplina che abbia osato sperimentare queste nuove forme di diffusione di massa.
Persino lo spirito Salesiano, tanto incline al sorriso e all’attitudine del “tirarsi su le maniche” ha mostrato luci e colori in queste nuove realtà. Anche se rimane tanta nostalgia del rapporto umano, tuttavia un minimo della grande comunicazione di cui Don Bosco stesso era maestro, seppur in modo alternativo, è stato conservato.
E’ stimolante infatti pensare a un futuro in cui convergeranno competenze date dalla partecipazione in presenza e dall’acquisizione di nuove metodologie didattiche.
Alberti Angela di tutto il mondo tremate…stiamo arrivando!
Luca Gaido, Enrico Sandri e Cristian Livoni creano un film di divulgazione scientifica per il prof. Matteo Negro