All’Istituto Tecnico dell’Agnelli viene creato un prototipo di una serra idroponica
Nei meandri della nostra scuola, un gruppo di menti illuminate ha deciso di dare gli albori a un interessante progetto trasversale.
Ma cosa intendiamo con il termine TRASVERSALE?
Si è sviluppata un’opera tecnologica che spazia dalle scuole medie alla quinta superiore, con docenti che si destreggiano in ambiti tecnici e professori che hanno fatto delle scienze il proprio lavoro. Questa variegata equipe ha messo in piedi un vero prototipo di SERRA IDROPONICA.
Ma prima di spiegare ai lettori di che cosa si tratta facciamo le presentazioni del caso.
Partiamo da chi ha costruito e progettato l’opera, e andiamo a presentare il metaforico braccio operativo della V Elettronica:
Massimo Mariatti, Racsmey Sabbadini, Riccardo Bigotta e Davide Ferrero.
A curare la comunicazione sui vari media e a sviluppare le ricerche bibliografiche dall’impresa abbiamo dalla I ITT C: Philippe Small e Emanuele Furina.
Loro hanno allestito un sito molto accurato: https://serraidroponica.cf
luogo virtuale da cui, chi vi sta scrivendo, ha desunto le informazioni tecniche.
In ultima battuta, ma non da meno, Luca Urigu dalla III media E che, nonostante la sua giovane età, ha deciso di dare il suo prezioso apporto all’impresa. Inoltre per il suo esame di fine anno ha scelto di redigere una tesina tecnica su questa esperienza vissuta con i ragazzi delle superiori.
A corona del progetto, tre insegnanti hanno vigilato sui progressi.
A gestire l’ambito tecnico, c’è la diade che detiene il potere elettronico della scuola: il prof. Paolo Baj e il prof. Walter Galinetta.
A studiare e coordinare invece, per ciò che di vivo e vegeto verrà fuori da questa avventura, abbiamo il prof. Matteo Negro.
Ma che cosa è una SERRA IDROPONICA?
Non sapendo io cosa rispondere provo a chiedere direttamente al terzetto URIGU, SMALL e FURINA i quali, nonostante la didattica integrata e a distanza, sono stati disponibili per una breve intervista.
“La serra Idroponica è una grossa teca, controllata da vari sensori, dentro la quale, senza la presenza di terra, è possibile far crescere alcuni tipi di vegetali. Tale prototipo consentirà all’operatore di registrare e monitorare alcuni parametri fondamentali per la crescita della vegetazione. I sensori installati consentiranno di monitorare la temperatura e umidità dell’aria, la temperatura dell’acqua, il pH, la luminosità, la stabilità delle vasche e il livello dell’acqua”.
I tre ragazzi, nonostante siano ancora nel biennio dell’ITI e della secondaria di secondo grado, si destreggiano con spiegazioni molto accurate persino nei confronti di un’utenza meno esperta; gli intervistati sono in grado di spiegare e togliere qualsiasi dubbio usando un linguaggio più accessibile, facendo esempi e dando ulteriori informazioni. Proseguono…
“Il sistema automatizzato potrà essere monitorato da remoto e consentirà la regolazione del livello dell’acqua nelle vasche, l’immissione temporizzata del fertilizzante liquido, il movimento dei teli ombreggianti per regolare la luminosità naturale, il sistema di illuminazione artificiale e tanto altro ancora…”
In un primo momento ci è sembrato di sentire un racconto fantascientifico in cui gli aitanti astronauti riescono a far crescere il loro cibo sulla propria astronave o su un’avveniristica colonia spaziale: in realtà, a detta dei ragazzi, la fantasia non si distacca troppo dalla realtà. Questo è uno di quei casi dove le parole scritte nei romanzi di Asimov, di Dick o di Bradbury sono diventate realtà.
L’unica differenza è che la nostra tecnologica serra non è sul Millenium Falcon, sull’USS Enterprise o su Tatooine, ma è situata nel laboratorio di Elettronica dell’Agnelli. Perlomeno, finché i lavori di ristrutturazione non le daranno un’altra sede.
Al momento, se i nostri amati tecnici si ricordassero di rifornire ciclicamente d’acqua l’idroponica serra, dovremmo raccogliere, tra qualche tempo, delle preziose lenticchie, tanto amate, nella Genesi, da Giacobbe ed Esaù.
Concludendo, oltre ad apprezzare il percorso formativo in ambito tecnico scientifico, pensiamo che la particolarità di questa iniziativa sia il convogliare e far collaborare, per uno stesso fine, varie unità eterogenee, di età diversa, di preparazione differente e non in un futuro distopico ma in una realtà ben definita e presente…
…e perché no, creando magari un’ amicizia che, col tempo, si consoliderà mangiando un piatto di pasta e fagioli, idroponicamenteautoprodotti.
LA REDAZIONE