Come il doppiaggio è entrato prepotentemente nella mia vita
Probabilmente, alla maggior parte delle persone che stanno leggendo questo articolo, ciò che sto per scrivere non interesserà per nulla, ma mi non importa, lo scrivo lo stesso.
Io sono Antonio Apetroaie e frequento, con gran vanto, la III INFORMATICA dell’Agnelli. Da qualche tempo a questa parte, mi sono trovato ad affrontare una nuova avventura:
IL DOPPIAGGIO.
Io sono nato in Italia ma i miei genitori sono entrambi nati nella regione nord orientale della Romania, motivo per cui, la mia lingua madre, dopo l’italiano, è il Rumeno.
Qualche tempo fa sono venuto a conoscenza di un ragazzo di nome Mihai Dimulescu. Egli vive a Bucarest, la capitale della Romania, non parla una parola di italiano e produce una serie di Graphic Novel su argomenti leggeri, che spaziano dall’andare al pascolo con la mucca agli studi topografici, dalle pittoresche risse di paese agreste alle serate in discoteca, nulla di trascendentale e filosofico.
La nostra conoscenza è capitata quasi per caso, durante la prima quarantena del 2020; infatti, girando per la rete, vidi il suo primo video e fu una sorta di amore (artistico) a prima vista. Guardai tutti i suoi lavori, proprio come se fossero una serie tv, finché nel gennaio 2021, mi venne in mente la balzana idea:
…e se portassi quest’opera anche in Italia?
Così scrissi una mail all’autore. Rimasi quindi stupito quando, dopo solo un’ora, ricevetti una sua risposta entusiasta: non solo accettò la mia proposta ma mi chiese di tradurre e doppiare il suo primo video.
Lì per lì, rimasi sinceramente senza parole, (in rumeno si dice am ramas farà cuvinte) ma poi, mi feci coraggio e le stesse parole vennero da sole: PAROLE, CUVINTE; PAROLE, CUVINTE, PAROLE e PAROLE…
Mi misi così all’opera, quasi per gioco. In un primo momento l’ho presa come un passatempo, ma il prodotto non poteva essere di bassa qualità. Dovevo assolutamente creare un’opera degna di esser considerata tale e soprattutto all’altezza dell’autore che mi aveva dato fiducia.
Così iniziai a fare quello che, nel mondo del doppiaggio, si chiama:
L’ADATTAMENTO
ovvero riuscire a trasformare in italiano corrente alcuni modi di dire e certi concetti che nella lingua rumena sono di uso comune.
Sperando che il prof. Druetta appoggi il mio pensiero, vi faccio un esempio con la lingua inglese, posto però al contrario. Se dovessi tradurre dall’Italiano l’augurio: “IN BOCCA AL LUPO”, sicuramente userei la forma che gli anglosassoni sono soliti usare: “BREAK YOUR LEG” (…rompiti una gamba!).
In un’altra sede magari, vi racconterò l’etimologia di questo modo di dire, ma un traduttore “sintetico” invece probabilmente userebbe l’errata quanto comica forma: “IN THE MOUTH OF THE WOLF”.
Di certo quindi, potrete rendervi conto quanto sia difficile e, per nulla immediato, questo mio lavoro.
Altro problema che ho dovuto risolvere è il saper “dosare le sfumature”. Ogni lingua infatti, negli aggettivi o nei sostantivi, presenta una miriade di sfumature. La difficoltà sta nel capire quale sia “la giusta dose” per esprimere un determinato concetto. Per dire che una ragazza è “bella”, per esempio, posso usare varie “tonalità” semantiche:
carina, meravigliosa, stupenda, apprezzabile, mirabile, squisita, eccezionale, splendida, attraente, affascinante, graziosa…
Insomma, avete capito…
Per ogni contesto (…e per ogni ragazza) posso decidere di usare un aggettivo anzichè un altro e qui arriva il problema: che termine usare? Se dovessi dire ad una ragazza italiana, per farle un complimento, che è APPREZZABILE, mi prenderei sicuramente uno schiaffo!
Nella lingua Rumena vi è lo stesso problema, certo con altri vocaboli, ma anche qui non posso sbagliare. Anche perché gli schiaffi volano anche a Bucarest!
Altra dinamica che mi ha mandato in crisi è la diversità nel dosare la volgarità. Mi rendo conto che in un giornale di una scuola salesiana è difficile da esprimere questo concetto, ma ci provo perché ritengo sia molto importante.
Penso che la lingua italiana parlata, specialmente quella non ricercata, quella dei giovani, sia molto più scurrile di quella Rumena.
Non fraintendetemi, non sto insultando il Paese in cui vivo e in cui sono nato, ma lo dico con ragion di causa.
Mi è capitato che un personaggio di quindici anni dovesse mandare a quel paese un suo coetaneo. La versione letterale era “VAI ALL’INFERNO”. Sono andato in crisi, perché non so quanti ragazzi della mia età, in Italia, in una situazione di rabbia, avrebbero usato una perifrasi di tal genere.
Forse potrebbe capitare in un film di qualche anno fa, forse succede in una fiction di Rai 2 in cui i ragazzi sembrano usciti da una pubblicità del Mulino Bianco.
Di certo su una panchina in Barriera di Milano, in una rissa a Porta Palazzo o sugli spalti della curva Sud della Juve, la prima cantica Dantesca verrebbe sostituita con un bel… e qua mi fermo!
Il 13 Aprile 2021 alle ore 11,21, sbarcava sulla rete, per un pubblico italiano: “COSE STUPIDE CHE HO FATTO A SCUOLA” (parte 1) …e la collaborazione è cominciata!
Adesso ho già adattato e doppiato alcuni pezzi. Le prime mie produzioni erano certamente più semplici, più acerbe, anzi, senza fare troppi giri di parole, erano proprio brutte…
Col tempo però, la qualità piano piano sta crescendo.
Magari nei prossimi anni, se avrò qualche soldo in più, se riuscirò, mi piacerebbe fare un bel corso di doppiaggio, giusto per migliorare quel processo empirico che sto provando sulla mia pelle.
In questo momento sto pensando persino di proporre questo grosso mio lavoro alla scuola come progetto di PCTO, cercando di far capire ai professori della mia classe come questo mio “faticare” possa essere trasformato in qualche punticino per il mio futuro Esame di Maturità.
Se quindi sono riuscito a suscitare la vostra curiosità, contattatemi, saprò come indirizzarvi alle mie produzioni e spero possiate apprezzarle, anche solo con un sorriso!
ANTONIO APETROAIE (III INFO)