In questo ultimo periodo ho avuto il piacere di intervistare il dott. Roberto Giannatelliche conosco poiché è un caro amico di mio padre e ho sempre saputo che avrebbe potuto raccontarmi molti aneddoti interessanti.
Roberto è un faunista, un funzionario tecnico e manager didattico del corso di laurea triennale dell’Università di Veterinaria di Torino e soprattutto un grande appassionato di insetti e di cultura africana (la sua collezione entomologica si trova presso il Museo di Scienze Naturali della Regione Piemonte a Torino, e conta più di 9000 esemplari tutti provenienti dall’Africa Sub Sahariana). Una passione che ebbe inizio nel 1969 quando si iscrisse alla Facoltà di Biologia, con indirizzo Zoologia Sistematica (invertebrati).
“Nel 1982 andai per la prima volta in Africa…”
“Nel 1982 andai per la prima volta in Africa, in Somalia. Dovetti recarmi all’Università somala per alcune ricerche su degli insetti locali, e lì mi si accese la passione per questo mondo; nel 1986, in seguito ad un altro viaggio in Somalia, mi focalizzai soprattutto sui Cetonini.”
I Cetonini, coleotteri appartenenti alla famiglia degli Scarabeidi, vivono soprattutto sui fiori, che rappresentano la loro fonte di cibo.
Durante alcuni dei suoi viaggi gli capitò addirittura di trovare delle specie di insetti ancora sconosciute a cui è stato dato il suo nome, per esempio: il “Rhabdotis Giannatellii” nel 2004, la “Leucocelis Giannatellii” nel 1990, la “Pachnoda Flaviventris Giannatellii” e molti altri ancora.
“Ci sono parecchi modi per catturare gli insetti. Per i Cetonini, per esempio, ci sono due metodi: il primo è individuarli durante la stagione delle piogge quando sbocciano i fiori, il secondo è più particolare. Ci sono degli animali in Africa, le Procavie, che per fare i loro bisogni stabiliscono un posto in comune su delle alture. Una volta fatto ciò i bisogni tendono a scivolare verso il basso e parte di essi si infilano in alcune rientranze dove si crea un microclima molto accogliente per gli scarabei, dove infatti depositano le uova. Si possono, però, anche fare delle trappole. I Cetonini sono attratti da una specie di nettare che, talvolta, si trova sugli alberi. Per attirarli artificialmente si può ricreare un composto simile con l’unione di banana, birra o vino di palma.
In seguito lo si appende ai rami e si aspetta che gli insetti ne vengano attratti. Il problema di questa tecnica è che così facendo si rovina ciò che si va a catturare, soprattutto se l’addome ha dei peli.
Per catturare gli insetti in generale è bene sapere che sono attratti dalla luna, per questo sembra che seguano la luce. Nei miei viaggi in Africa, infatti, andavamo nelle stazioni di benzina in mezzo al nulla presso le quali si trovava di tutto, “morto e vivo”. Gli insetti sono anche protagonisti di un mercato di appassionati e non. Prima dell’avvento di internet i prezzi erano molto superiori a quelli di ora.
Un tempo infatti qualcuno vendeva in Europa a prezzi elevati questi insetti, acquistati nei mercati del luogo a prezzi bassi.
Oggi, i nativi delle terre esotiche vendono direttamente, sfruttando internet, specie rare magari a basso prezzo poiché per loro non è difficile trovarli.
In Europa i più cercati sono i Carabidi, famiglia dei coleotteri, più diffusa nell’Est e in Occidente, meno nel continente africano. Per vendere insetti, non basta semplicemente ucciderli, perché se così si facesse, rimarrebbero secchi.
“Una volta essiccati, per imbalsamarli, bisogna usare l’ etilacetato. Così facendo il corpo dell’insetto si ammorbidirà, permettendogli di tornare alla forma che aveva prima della sua morte. Infine si prende uno spillo da mettere precisamente nella elitra dell’insetto. Bisogna ricordarsi di mettere una targa con il nome, la specie, il luogo di cattura, il sesso e da chi è stato catturato l’insetto.”
Tanta gente sostiene inoltre, che gli insetti possano essere il cibo del futuro, poiché ci ritroveremo a non avere abbastanza cibo per sfamare la popolazione mondiale. Diversamente da quello che si crede, gli insetti non sono così male da mangiare.
“…gli insetti non sono così male da mangiare!”
Le cavallette fritte, per esempio, hanno lo stesso sapore delle patatine fritte e la larva del Mopane, essiccata mentre si trova nella crisalide, ha lo stesso sapore di una patatina; in sostanza bisognerebbe solamente superare l’impressione iniziale.
“Il regno degli insetti è molto particolare. Tanti personaggi di film fantascientifici, come Alien, ispirato alle larve della libellula, prendono spunto da questo regno animale. Non è perciò difficile trovare delle specie con particolarità uniche. Il coleottero Goliathus, o Golia, per difendersi dai predatori possiede sull’addome un’arma molto particolare. Se si prova ad afferrarlo, l’addome dell’insetto fletterà, come se si aprisse. E una volta messa la mano scatterà, ferendola e obbligando il malcapitato a mollare la presa. Il guscio di questo coleottero è così duro che durante la notte coi fari accesi, se capitasse di colpirne uno con l’automobile, si rischierebbe di frantumare il parabrezza.”
Si può quindi dire che la passione per la cultura africana sia una diretta conseguenza di quella per gli insetti.
“Ho fatto più di trenta viaggi, e ho visitato Eritrea, Namibia, Sud Africa, Kenya, Burundi, Rwanda, Burkina Faso e molti altri Paesi. Sicuramente dal 1982, data del mio primo viaggio, sono cambiate molte cose. Una volta per gli abitanti di quei luoghi era raro vedere delle persone occidentali, adesso invece è più normale. Anche i negozi, per esempio, sono diventati più turistici nel tempo.”
“Nel 1982 andai in Somalia per una ricerca sui parassiti dei carnivori. Io e il mio gruppo eravamo vicino a un villaggio quando il capo di esso ci fece una richiesta molto particolare: uccidere una iena che da molto tempo stava sterminando i loro allevamenti di galline. Noi cercammo intorno al villaggio ed infine la trovammo. Una volta uccisa io presi il muso, ed allargandolo annusai l’odore che proveniva dalla sua bocca. Proprio perché le iene si cibano di carcasse, e quindi di corpi in putrefazione, sentii un odore talmente terribile che lo ricordo ancora oggi.”
Durante tutta questa interessantissima intervista ho avuto modo di capire come il dott. Giannatelli si sia mosso, per tutti questi viaggi, grazie alla passione che coltivava e che portava avanti. La sua passione ha reso il suo lavoro piacevole ed entusiasmante. Dalle sue parole traspare esattamente questo e davvero non avrei mai smesso di fargli domande e di ascoltare le sue avventure.
Bisogna augurarsi che ciascuno di noi trovi un lavoro che corrisponda alle proprie passioni e che dia grandi soddisfazioni proprio come è successo al mio amico Roberto
DAVIDE SALERNO (I LICEO A)